Certe volte, leggendo tra le righe, si trovano molte spiegazioni a fatti che non si spiegano bene se letti in maniera canonica. Ma andiamo con ordine.
Ieri, praticamente in concomitanza con l'inaugurazione della mostra di Villa Pollini, il Soprintendente Dott. Vincenzo Santoni ha iniziato a salutare tutti i suoi collaboratori del MiBAC perchè dal 1° Maggio lascia il suo posto per limiti di età (un modo elegante per dire che va in pensione) e, ovviamente ha parlato del suo excursus come Soprintendente alla tutela dei Beni Archeologici. Tra le varie cose che ha detto una mi ha particolarmente colpito: la sua posizione contro la gestione dei beni ambientali da parte della RAS; ritiene che debba essere una prerogativa delle Stato.
La cosa mi ha fatto suonare dei campanellini d'allarme: perchè un'affermazione del genere?
Che cosa sta o, meglio, starà per succedere? Che scenari si prospettano per il futuro sulla tutela dei Beni Ambientali ed Archeologici sino ad oggi affidati al MiBAC?
E' un messaggio trasversale per chi sa capire?
Il fatto che ritenga sia meglio che questo settore debba essere ancora gestito dallo Stato e non passi ad Enti Locali mi suona abbastanza inquietante. Senza andare molto lontano basta ricordare Tuvixeddu: dall'oggi al domani è stato bloccato tutto (e tutto è caduto nel dimenticatoio) e questo mi sembra che la dica abbastanza lunga sull'argomento.
Parliamoci chiaro: la competenza e l'esperienza di chi lavora nel MiBAC è, sempre e comunque, di gran lunga superiore a quella che possono avere altre figure (quanto si voglia competenti) che si cimentano nello stesso campo.
In realtà si sono buttate nella mischia persone che hanno, probabilmente, una buona preparazione teorica ma mancano completamente della visione d'insieme che può avere uno staff che lavora da una vita nel settore. Non c'è storia. Usando un paragone calcistico, MiBAC batte “Resto del mondo” 4-0.
Se poi vogliamo andare a verificare anche di quali mezzi dispone il MiBAC per svolgere il proprio lavoro allora le differenze diventano siderali: si parla di un sistema informatico integrato all'avanguardia che permette loro di avere una visuale globale di tutta la situazione e poter far interagire vari settori con sistemi incrociati. Tutto questo ben di Dio informatico, attualmente per uso interno, viene sviluppato anche per poter dare un servizio interattivo fruibile anche dalla collettività, con tutti i vantaggi immaginabili dall'avere a disposizione un simile mezzo di consultazione.
Soltanto questo basterebbe per ribadire la primogenitura del MiBAC alla gestione a 360° dei beni del territorio ma c'è anche dell'altro.
Per quanto si possa parlare male della struttura statale si parla sempre di una struttura solida con persone capaci (si lo so che vi sono anche persone meno capaci ma andate a vedere negli altri settori quanti scarsi ci sono e ne riparliamo) con qualcosa che i tanti chiaccheroni che hanno detto le loro verità nell'affare Tuvixeddu non hanno: il senso della misura e la consapevolezza del ruolo che ricoprono ed impone loro il senso della misura.
Per capirci meglio: la struttura MiBAC (lo Stato) ha abbastanza esperti entro la sua organizzazione per poter gestire il proprio lavoro, un Ente Locale (RAS) che non ha mai gestito realmente cose del genere ha bisogno di nominare consulenti esterni con tutto quello che ne consegue.
Si dice in giro che il consulente lavora per chi lo paga meglio e non è detto che prenda un solo stipendio. E' una cattiveria vero?
Postato il 27/04/07
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