giovedì 13 settembre 2007

Diamo a Cesare quel che è di Cesare

Oggi (28 Febbraio ndr) e ieri ho voluto seguire, accuratamente in incognito,la sei giorni "Giornata di studio di archeologia e storia dell'arte" in quanto si parlava di Tuvixeddu.
La mia curiosità era data dal capire chi, in realtà, avesse lavorato nell'area archeologica di Tuvixeddu ed potesse,quindi, parlare dell'argomento con cognizione di causa. Senza girarla molto in tondo volevo sentire cosa avrebbero detto i due "esperti" designati dalla RAS che hanno pontificato in lungo ed in largo su Tuvixeddu, esponendo teorie e spiegando a noi, poveri mortali, com'era il luogo e come dovrebbe essere. Quindi mi aspettavo gli interventi di Maria Antonietta Mongiu e Raimondo Zucca. Ieri c'è stato un interessante intervento di Stiglitz in materia ed un intervento ancora più interessante di Franco Sardi (Direttore generale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport della Regione Autonoma della Sardegna) che, tra le altre cose, ha invitato, in pratica, i 59 "saggi" di occuparsi di quello che fanno normalmente e lasciar perdere i proclami politici. E' sceso un po' di gelo in sala ma, si sa, certe verità possono anche dare fastidio...
Ma il vero clou è stato oggi, dove Donatella Salvi, con un linguaggio piano e comprensibile (soprattutto da me) ha fatto, tutto sommato, un breve ma efficacissimo excursus, prima su tutta la storia di Tuvixeddu dal punto vista di vincoli di tutela, poi è passata a descrivere il lavoro di scavo svolto a Tuvixeddu con nomi e cognomi che vado a riportare.
Tra la fine degli anni 70 e l'inizio degli anni 80 vi sono stati dei brevi interventi effettuati da Maurizia Canepa, Raimondo Zucca e Michele Sannia che ha seguito i cantieri sino ai primi anni 90. Dagli anni 90 sino al 2003 i lavori sono stati effettuati dall'equipe della Soprintendenza B.A. capitanata da Donatella Salvi. L'esposizione dei fatti da parte della Salvi è stata molto dettagliata e chiara (tanto è vero che ha avuto anche il plauso di Simonetta Angiolillo per aver sempre fornito alla comunità scientifica un puntuale rapporto delle attivitò di scavo). Tralascio i dettagli che riprenderò in un altro articolo per fare alcune considerazioni che, ho paura, non saranno molto simpatiche.
Già il fatto che la Angiolillo abbia ringraziato la Salvi stride con quanto ha firmato con gli altri 48 "saggi" nel famoso proclama in cui si parlava di "commistioni": come la mettiamo?
Non si firmano certi documenti e poi si dice l'esatto contrario: mancanza di coerenza, pentimento tardivo o qualcuno ha firmato senza leggere cosa c'era scritto?
Ma il fatto più eclatante è stata l'assoluta assenza della persona che è stata (si è?) definita come la massima esperta di Tuvixeddu: Maria Antonietta Mongiu; oddio, a ben leggere il programma non era stata nemmeno invitata (non me ne ero accorto). Le cose sono due: o non è esattamente il "massimo esperto di Tuvixeddu" oppure era impegnata chissà dove. Ma da quanto ho sentito oggi, raffrontato da quanto pubblicato dalla Mongiu, risulta lampante che il suo è stato solamente uno scrivere prendendo spunto dal lavoro altrui.
La cosa è confortata anche dall'intervento di Ruben D'Oriano che ha chiesto (gentilmente) agli studiosi presenti di evitare tassativamente l'utilizzo di quanto aveva da esporre per scriversi le pubblicazioni sino a quando non pubblicava lui.
Un "addetto ai lavori" che vuole mantenere l'anonimato mi ha spiegato come capire chi sono gli studiosi che hanno "veramente" condotto un lavoro: basta contare le citazioni. Sono in numero inversamente proporzionale alla quantità del lavoro svolto "sul campo".
Basta saperlo..

Postato il 28/02/07

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