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giovedì 4 dicembre 2008
lunedì 17 settembre 2007
Tuvixeddu Story - Le immagini 1
venerdì 14 settembre 2007
Furto d'autore - Commento
Confesso che il contenuto della mail di Masoero & De Carlo mi ha preso un attimo in contropiede.
Non tanto per il suo contenuto intrinseco, peraltro molto inquietante, bensì per il messaggio insito.
Iniziano a scoperchiarsi pentole che sino ad oggi sembravano sigillate e da esse trascimano verità molto scomode e, sopratutto, chiavi di interpretazione che, per alcuni, ridisegnano la storia di Tuvixeddu e per altri, confermano i sospetti espressi a mezza voce perchè non suffragati da fatti.
Tirando un bilancio da gennaio ad oggi, salta agli occhi che in quella che ho sempre ritenuto "la battaglia di Tuvixeddu" si stanno delineando vincitori e vinti (la classifica è, ovviamente, momentanea aspettando la sentenza del TAR).
A maggio scrivevo che si stava mettendo a tacere tutta la vicenda ed avevo ragione.
E'il come tutta la vicenda sia caduta nell'oblio che da da pensare.
I paladini (autodichiaratisi) di Tuvixeddu, piano piano, sono uscite di scena prendendo le distanze dalle dichiarazioni infuocate di qualche mese prima e sono svaniti nel nulla.
Alcuni hanno tentato la strada politica (elezioni comunali in Sardegna), alcuni hanno avuto dei contratti di consulenza piu' o meno importanti nelle varie amministrazioni, qualcuno è finito in RAS con compiti politici importanti; insomma, oggi hanno tutti qualcosa da fare di piu' importante.
Curioso.
C'è anche chi (Masoero & De Carlo) si sono visti, in pratica, copiare il loro progetto e vederselo riproposto da un luminare del settore (rigorosamente straniero se no non fa chic) e vederselo strombazzare sui media come l'unico progetto (valido?) su Tuvixeddu.
Viene da chiedersi come abbia fatto il megarchitetto straniero a redarre un progetto che ad altri è costato anni di lavoro in pochissimi mesi: o gli architetti nostrani sono degli scansafatiche e quelli stranieri degli stakanovisti oppure viene da pensare che sia stato copiato da qualche parte.
In un post dal titolo "Tuvixeddu ringrazia" in data 20/07/07 ho scritto la seguente frase:
"Tutti in fila con la mano tesa (e progetti in tasca)....."
Quelli che non hanno adottato questa politica sono stati emarginati senza avere la possibilità di poter continuare a dire la loro pubblicamente.
Cosa normale in un paese in cui il potere ha la capacità di gestire anche i mezzi di informazione tradizionali.
Per quanto questa vicenda sia indigesta ed amara è bello vedere che non tutti si svendono per un piatto di lenticchie.
Esiste ancora una dignità umana e professionale che trascende dai meri interessi di bottega, ed è per difendere e tutelare queste persone che ci si batte.
Io almeno ci provo.
E voi?
SeuDeu
Non tanto per il suo contenuto intrinseco, peraltro molto inquietante, bensì per il messaggio insito.
Iniziano a scoperchiarsi pentole che sino ad oggi sembravano sigillate e da esse trascimano verità molto scomode e, sopratutto, chiavi di interpretazione che, per alcuni, ridisegnano la storia di Tuvixeddu e per altri, confermano i sospetti espressi a mezza voce perchè non suffragati da fatti.
Tirando un bilancio da gennaio ad oggi, salta agli occhi che in quella che ho sempre ritenuto "la battaglia di Tuvixeddu" si stanno delineando vincitori e vinti (la classifica è, ovviamente, momentanea aspettando la sentenza del TAR).
A maggio scrivevo che si stava mettendo a tacere tutta la vicenda ed avevo ragione.
E'il come tutta la vicenda sia caduta nell'oblio che da da pensare.
I paladini (autodichiaratisi) di Tuvixeddu, piano piano, sono uscite di scena prendendo le distanze dalle dichiarazioni infuocate di qualche mese prima e sono svaniti nel nulla.
Alcuni hanno tentato la strada politica (elezioni comunali in Sardegna), alcuni hanno avuto dei contratti di consulenza piu' o meno importanti nelle varie amministrazioni, qualcuno è finito in RAS con compiti politici importanti; insomma, oggi hanno tutti qualcosa da fare di piu' importante.
Curioso.
C'è anche chi (Masoero & De Carlo) si sono visti, in pratica, copiare il loro progetto e vederselo riproposto da un luminare del settore (rigorosamente straniero se no non fa chic) e vederselo strombazzare sui media come l'unico progetto (valido?) su Tuvixeddu.
Viene da chiedersi come abbia fatto il megarchitetto straniero a redarre un progetto che ad altri è costato anni di lavoro in pochissimi mesi: o gli architetti nostrani sono degli scansafatiche e quelli stranieri degli stakanovisti oppure viene da pensare che sia stato copiato da qualche parte.
In un post dal titolo "Tuvixeddu ringrazia" in data 20/07/07 ho scritto la seguente frase:
"Tutti in fila con la mano tesa (e progetti in tasca)....."
Quelli che non hanno adottato questa politica sono stati emarginati senza avere la possibilità di poter continuare a dire la loro pubblicamente.
Cosa normale in un paese in cui il potere ha la capacità di gestire anche i mezzi di informazione tradizionali.
Per quanto questa vicenda sia indigesta ed amara è bello vedere che non tutti si svendono per un piatto di lenticchie.
Esiste ancora una dignità umana e professionale che trascende dai meri interessi di bottega, ed è per difendere e tutelare queste persone che ci si batte.
Io almeno ci provo.
E voi?
SeuDeu
giovedì 13 settembre 2007
Furto d'autore
Ho ricevuto questo documento dagli Architetti Masoero & De Carlo, noti per aver progettato (splendidamente) la lottizzazione di Tuvixeddu. Ho letto due volte il documento non credendo ai miei occhi e ritengo sia doveroso pubblicarlo INTEGRALMENTE affinchè ciascuno di voi si faccia un'idea di come stanno andando le cose.
12/09/2007 Architetti Masoero & De Carlo
In risposta ai recenti articoli su Tuvixeddu e sul progetto di Gilles Clement
Immagini della Necropoli che Cagliari non ha mai potuto vedere
L’articolo allegato tratto da D di Repubblica dell’8 settembre, rappresenta bene il livello della campagna mediatica sottile e costante che la vicenda di Tuvixeddu ha raggiunto
Siamo costretti a subire periodicamente, con un frustrante senso di impotenza, la lettura di articoli in cui si fa passare quello che noi stavamo facendo a Cagliari come un atto di distruzione e di cementificazione.
Quando circa 10 anni fa abbiamo redatto i primi progetti per Tuvixeddu, di sostenibilità ambientale si parlava poco ed era materia per pochi appassionati (spesso considerati inutili idealisti o fanatici) o per ricercatori. Noi da sempre abbiamo come metodo progettuale lo studio attento dei luoghi e il rispetto dell’ambiente. Le persone con cui abbiamo lavorato in questi anni, i tanti nostri interlocutori in Comune, Regione e Soprintendenza lo possono testimoniare. La nostra ricerca instancabile per soluzioni sempre più ecocompatibili parte da lontano e non è frutto di mode recenti.
Nel parco di 20 ettari che abbiamo progettato in forma esecutiva nel 2002 e il cui cantiere era ormai al termine (tutte le piantumazioni e le opere di integrazione della vegetazione esistente erano previste per questo periodo (fine 2007). Nella grande area archeologica della Necropoli (che sembra essere stata scoperta solo ora grazie al Governatore e ai suoi brillanti consulenti e consiglieri) gli archeologi sono al lavoro da circa tre anni e silenziosamente ma con grande entusiasmo e competenza hanno esplorato studiato rilevato classificato centinaia di tombe con i loro corredi, e reperti di varia natura.
Con le scarsissime risorse economiche che il nostro Stato ha messo a loro disposizione, nonostante grandi proclami della Regione di far avere finanziamenti per la valorizzazione del patrimonio archeologico, hanno lavorato con pochi mezzi e tanta passione, racchiudendo i piccoli “tesori” in scatole recuperate da confezioni di farmaci, cosmetici, alimenti…raccolte in cassette e stipate in depositi inaccessibili, perché la Soprintendenza non dispone nemmeno di appositi contenitori. Ogni nostro sopralluogo in cantiere si concludeva con l’apertura di queste piccole preziose scatole che le archeologhe delicatamente e orgogliosamente ci mostravano.
Durante l’ultimo sopralluogo abbiamo avuto l’emozione di percorrere un tratto dell’acquedotto romano che intercetta la Necropoli fenicio-punica
E’ questa la cementificazione, lo scempio della Necropoli?
Al parco archeologico di Tuvixeddu serviva un affaccio sulla via S.Avendrace dove alcuni lotti destinati all’edificazione, contengono tombe più o meno conservate e dove il fronte di cava rivela, come una sezione grafica, i pozzi e le camere funerarie. Il nostro ultimo progetto esecutivo e già finanziato con fondi UE del 2006 per l’ampliamento del parco, ne prevedeva l’acquisizione tramite esproprio da parte del Comune: è stato tutto bloccato in Regione e i finanziamenti comunitari persi.
Lo scopo dell’azione di forza del Governatore era quello di appropriarsi di tutta l’operazione di trasformazione dell’area per farne uno strumento politico. Ha ottenuto il suo scopo diventando paladino della difesa dell’ambiente a livello nazionale. Peccato però che…..
La gente non sa, o ha dimenticato in seguito al martellamento mediatico, che il parco era già quasi ultimato e che la bella, grande e suggestiva Necropoli sarebbe stata visitabile da studiosi e turisti, già dall’anno prossimo. Se lo scopo era quello della tutela, si sarebbe certo dovuto procedere con l’includere i lotti di via S.Avendrace, che non c’entravano con l’operazione di sviluppo immobiliare che Soru ha voluto bloccare, e procedere con l’ampliamento di quanto era quasi ultimato così come in programma.
Per i lavori del parco sono già stati spesi € 2.500.000,00. Ora i lavori sono fermi, senza il loro completamento le aree subiranno un inevitabile degrado, le tombe scavate e ripulite si riempiranno nuovamente di terra e detriti.
Il Governatore ha incaricato direttamente, il paesaggista Gilles Clement, per rifare il progetto nonostante la realizzazione quasi ultimata, e nonostante le aree siano di proprietà del Comune e non della Regione. Si attende ora il giudizio del TAR.
Il nostro progetto per il grande parco urbano e archeologico era stato giudicato, da una commissione nominata dallo stesso Soru, troppo verde, troppo allegro, si è accusata la Soprintendenza di aver riportato alla luce troppe tombe (mentre Legambiente proclamava la costruzione di villette sulle tombe!), sul nostro progetto abbiamo letto e sentito ripetere falsità alle quali impotenti non possiamo controbattere
Ed è questa sensazione di profonda ingiustizia che ora è diventata insostenibile. Anche il Comune rimane in silenzio aspettando la sentenza del TAR, e non difende un’opera pubblica che sarebbe stata motivo di vanto per qualsiasi Pubblica Amministrazione, essendo perfettamente in linea con quanto la Regione stessa sta proclamando e in linea con le più serie teorie in campo di tutela ambientale
Nei giorni del Festarch, abilmente organizzato dal nostro collega ed ex amico Stefano Boeri, il progetto di Gilles Clement è stato presentato come una svolta:
14 accessi, un ascensore pubblico per il parco, un “giardino romantico”, zone di vegetazione spontanea, un centro di studio e didattica, un collegamento sul canyon…. Ha cambiato nomi ai luoghi ma molti dei contenuti sono già nel nostro progetto (toponomastica e demagogia a parte). In pochi giorni Clement ha redatto un progetto su di un’area vasta e complessa, senza averne respirato i profumi, le suggestioni, i molti problemi...
Soru ha fatto sequestrare i nostri disegni per fornire a Clement tutto il supporto che gli mancava, e noi vediamo ora un'aria familiare nei suoi! Ma due sono le grandi differenze:
o Il nostro progetto è stato bloccato perchè giudicato troppo invasivo nell’alterazione dello stato dei luoghi: l’area del cosiddetto catino, derelitta zona di cava avrebbe dovuto conservare il suo carattere lugubre mentre noi ne facevamo un parco pubblico. Ebbene in questa zona il progetto di Clement prevede un’arena per 5000 persone. Ci chiediamo se arriveranno tutti portati dalle cicogne rimanendo sospesi a mezz’aria e astenendosi da qualsiasi espressione ed esigenza corporale…… Per gli spettacoli propone una serie di scene telescopiche che scompariranno conficcate nel terreno, probabilmente coperte con zolle scorrevoli (ricordate i vecchi Jeams Bond? La Regione è ricca come la Spektre?)
o Al posto della controversa strada pubblica (voluta e approvata negli anni passati da Comune, Soprintendenze e Regione) che attraversa il canyon e che non faceva parte del parco e che anche noi avremmo volentieri incluso nel parco, colloca un fiume di papaveri. Suggestiva idea. Invitiamo i futuri visitatori a prenotare visite in quel mese (forse) in cui saranno fioriti, invitandoli a ricordare che non si trovano nella pianura padana o nella campagna francese ma in terra sarda….
A parte questi piccoli dettagli sui quali non abbiamo ancora sentito il parere dei tanti che a suo tempo si proclamavano salvatori di Tuvixeddu, quello che più ferisce è l’assoluta assenza di contradditorio che non ci permette di ricordare ai Cagliaritani e non solo, che il parco era in progetto e quasi ultimato.
Certo si sarebbe potuto ingrandire, ma con le aree sulle quali ci sono ancora molte tracce e segni storici, non con quelle verso la Via Is Maglias sulle quali abbiamo già cercato più volte di dire che l’attività di cava ha negli anni passati asportato ogni traccia. Aree che nel PPR si definiscono “Aree degradate o radicalmente compromesse da attività antropiche pregresse”.
E per fare questo non era necessario annullare l’Accordo di programma del 2000, le autorizzazioni già rilasciate su Is Maglias, e soprattutto non era necessario fermare il cantiere del Parco e far rifare il progetto e modificare le opere già fatte: questo è solo un grande e inutile spreco di soldi pubblici (oltre violazione di accordi e contratti in essere)
Nei giorni del Festarch nessuno lo ha ricordato, sui giornali nazionali ora si parla di questo progetto per Tuvixeddu come se non ce ne fosse mai stato un altro.
Conosciamo bene i lavori di Clement, si è prestato a questo gioco di forza mentre lo credevamo un pacifista, e ancora una volta non possiamo stare zitti e accettare di passare per cementificatori e distruttori dell’ambiente: E’ troppo duro dal punto di vista umano, professionale e anche politico.
12/09/2007 Architetti Masoero & De Carlo
In risposta ai recenti articoli su Tuvixeddu e sul progetto di Gilles Clement
Immagini della Necropoli che Cagliari non ha mai potuto vedere
L’articolo allegato tratto da D di Repubblica dell’8 settembre, rappresenta bene il livello della campagna mediatica sottile e costante che la vicenda di Tuvixeddu ha raggiunto
Siamo costretti a subire periodicamente, con un frustrante senso di impotenza, la lettura di articoli in cui si fa passare quello che noi stavamo facendo a Cagliari come un atto di distruzione e di cementificazione.
Quando circa 10 anni fa abbiamo redatto i primi progetti per Tuvixeddu, di sostenibilità ambientale si parlava poco ed era materia per pochi appassionati (spesso considerati inutili idealisti o fanatici) o per ricercatori. Noi da sempre abbiamo come metodo progettuale lo studio attento dei luoghi e il rispetto dell’ambiente. Le persone con cui abbiamo lavorato in questi anni, i tanti nostri interlocutori in Comune, Regione e Soprintendenza lo possono testimoniare. La nostra ricerca instancabile per soluzioni sempre più ecocompatibili parte da lontano e non è frutto di mode recenti.
Nel parco di 20 ettari che abbiamo progettato in forma esecutiva nel 2002 e il cui cantiere era ormai al termine (tutte le piantumazioni e le opere di integrazione della vegetazione esistente erano previste per questo periodo (fine 2007). Nella grande area archeologica della Necropoli (che sembra essere stata scoperta solo ora grazie al Governatore e ai suoi brillanti consulenti e consiglieri) gli archeologi sono al lavoro da circa tre anni e silenziosamente ma con grande entusiasmo e competenza hanno esplorato studiato rilevato classificato centinaia di tombe con i loro corredi, e reperti di varia natura.
Con le scarsissime risorse economiche che il nostro Stato ha messo a loro disposizione, nonostante grandi proclami della Regione di far avere finanziamenti per la valorizzazione del patrimonio archeologico, hanno lavorato con pochi mezzi e tanta passione, racchiudendo i piccoli “tesori” in scatole recuperate da confezioni di farmaci, cosmetici, alimenti…raccolte in cassette e stipate in depositi inaccessibili, perché la Soprintendenza non dispone nemmeno di appositi contenitori. Ogni nostro sopralluogo in cantiere si concludeva con l’apertura di queste piccole preziose scatole che le archeologhe delicatamente e orgogliosamente ci mostravano.
Durante l’ultimo sopralluogo abbiamo avuto l’emozione di percorrere un tratto dell’acquedotto romano che intercetta la Necropoli fenicio-punica
E’ questa la cementificazione, lo scempio della Necropoli?
Al parco archeologico di Tuvixeddu serviva un affaccio sulla via S.Avendrace dove alcuni lotti destinati all’edificazione, contengono tombe più o meno conservate e dove il fronte di cava rivela, come una sezione grafica, i pozzi e le camere funerarie. Il nostro ultimo progetto esecutivo e già finanziato con fondi UE del 2006 per l’ampliamento del parco, ne prevedeva l’acquisizione tramite esproprio da parte del Comune: è stato tutto bloccato in Regione e i finanziamenti comunitari persi.
Lo scopo dell’azione di forza del Governatore era quello di appropriarsi di tutta l’operazione di trasformazione dell’area per farne uno strumento politico. Ha ottenuto il suo scopo diventando paladino della difesa dell’ambiente a livello nazionale. Peccato però che…..
La gente non sa, o ha dimenticato in seguito al martellamento mediatico, che il parco era già quasi ultimato e che la bella, grande e suggestiva Necropoli sarebbe stata visitabile da studiosi e turisti, già dall’anno prossimo. Se lo scopo era quello della tutela, si sarebbe certo dovuto procedere con l’includere i lotti di via S.Avendrace, che non c’entravano con l’operazione di sviluppo immobiliare che Soru ha voluto bloccare, e procedere con l’ampliamento di quanto era quasi ultimato così come in programma.
Per i lavori del parco sono già stati spesi € 2.500.000,00. Ora i lavori sono fermi, senza il loro completamento le aree subiranno un inevitabile degrado, le tombe scavate e ripulite si riempiranno nuovamente di terra e detriti.
Il Governatore ha incaricato direttamente, il paesaggista Gilles Clement, per rifare il progetto nonostante la realizzazione quasi ultimata, e nonostante le aree siano di proprietà del Comune e non della Regione. Si attende ora il giudizio del TAR.
Il nostro progetto per il grande parco urbano e archeologico era stato giudicato, da una commissione nominata dallo stesso Soru, troppo verde, troppo allegro, si è accusata la Soprintendenza di aver riportato alla luce troppe tombe (mentre Legambiente proclamava la costruzione di villette sulle tombe!), sul nostro progetto abbiamo letto e sentito ripetere falsità alle quali impotenti non possiamo controbattere
Ed è questa sensazione di profonda ingiustizia che ora è diventata insostenibile. Anche il Comune rimane in silenzio aspettando la sentenza del TAR, e non difende un’opera pubblica che sarebbe stata motivo di vanto per qualsiasi Pubblica Amministrazione, essendo perfettamente in linea con quanto la Regione stessa sta proclamando e in linea con le più serie teorie in campo di tutela ambientale
Nei giorni del Festarch, abilmente organizzato dal nostro collega ed ex amico Stefano Boeri, il progetto di Gilles Clement è stato presentato come una svolta:
14 accessi, un ascensore pubblico per il parco, un “giardino romantico”, zone di vegetazione spontanea, un centro di studio e didattica, un collegamento sul canyon…. Ha cambiato nomi ai luoghi ma molti dei contenuti sono già nel nostro progetto (toponomastica e demagogia a parte). In pochi giorni Clement ha redatto un progetto su di un’area vasta e complessa, senza averne respirato i profumi, le suggestioni, i molti problemi...
Soru ha fatto sequestrare i nostri disegni per fornire a Clement tutto il supporto che gli mancava, e noi vediamo ora un'aria familiare nei suoi! Ma due sono le grandi differenze:
o Il nostro progetto è stato bloccato perchè giudicato troppo invasivo nell’alterazione dello stato dei luoghi: l’area del cosiddetto catino, derelitta zona di cava avrebbe dovuto conservare il suo carattere lugubre mentre noi ne facevamo un parco pubblico. Ebbene in questa zona il progetto di Clement prevede un’arena per 5000 persone. Ci chiediamo se arriveranno tutti portati dalle cicogne rimanendo sospesi a mezz’aria e astenendosi da qualsiasi espressione ed esigenza corporale…… Per gli spettacoli propone una serie di scene telescopiche che scompariranno conficcate nel terreno, probabilmente coperte con zolle scorrevoli (ricordate i vecchi Jeams Bond? La Regione è ricca come la Spektre?)
o Al posto della controversa strada pubblica (voluta e approvata negli anni passati da Comune, Soprintendenze e Regione) che attraversa il canyon e che non faceva parte del parco e che anche noi avremmo volentieri incluso nel parco, colloca un fiume di papaveri. Suggestiva idea. Invitiamo i futuri visitatori a prenotare visite in quel mese (forse) in cui saranno fioriti, invitandoli a ricordare che non si trovano nella pianura padana o nella campagna francese ma in terra sarda….
A parte questi piccoli dettagli sui quali non abbiamo ancora sentito il parere dei tanti che a suo tempo si proclamavano salvatori di Tuvixeddu, quello che più ferisce è l’assoluta assenza di contradditorio che non ci permette di ricordare ai Cagliaritani e non solo, che il parco era in progetto e quasi ultimato.
Certo si sarebbe potuto ingrandire, ma con le aree sulle quali ci sono ancora molte tracce e segni storici, non con quelle verso la Via Is Maglias sulle quali abbiamo già cercato più volte di dire che l’attività di cava ha negli anni passati asportato ogni traccia. Aree che nel PPR si definiscono “Aree degradate o radicalmente compromesse da attività antropiche pregresse”.
E per fare questo non era necessario annullare l’Accordo di programma del 2000, le autorizzazioni già rilasciate su Is Maglias, e soprattutto non era necessario fermare il cantiere del Parco e far rifare il progetto e modificare le opere già fatte: questo è solo un grande e inutile spreco di soldi pubblici (oltre violazione di accordi e contratti in essere)
Nei giorni del Festarch nessuno lo ha ricordato, sui giornali nazionali ora si parla di questo progetto per Tuvixeddu come se non ce ne fosse mai stato un altro.
Conosciamo bene i lavori di Clement, si è prestato a questo gioco di forza mentre lo credevamo un pacifista, e ancora una volta non possiamo stare zitti e accettare di passare per cementificatori e distruttori dell’ambiente: E’ troppo duro dal punto di vista umano, professionale e anche politico.
Posto che vai...
Nella tumultuosa vicenda di Tuvixeddu, tra le varie cose dette a vanvera, vi è stata una feroce critica sul progetto, accusato di non aver rispettato l'ambiente circostante. Quindi un'accusa diretta nei confronti degli Architetti che lo hanno realizzato.
Personalmente ho sempre trovato il progetto di Tuvixeddu molto bello ma questa è una mia opinione....
Ebbene, gli stessi architetti hanno vinto ex-aequo il primo premio nel concorso per un importante intervento urbano nel Comune di Fabriano.
Mi fa piacere citare la motivazione con cui hanno vinto:
"Per la complessità funzionale ed infrastrutturale che la soluzione progettuale proposta declina dettagliatamente”.
Complimenti quindi agli Architetti De Carlo & Masoero.
Fabriano, bellissima cittadina, ci tiene a valorizzare la sua architettura senza creare scempi.
Questo vorrà pur dire qualcosa.......
Postato il 08/08/07
Personalmente ho sempre trovato il progetto di Tuvixeddu molto bello ma questa è una mia opinione....
Ebbene, gli stessi architetti hanno vinto ex-aequo il primo premio nel concorso per un importante intervento urbano nel Comune di Fabriano.
Mi fa piacere citare la motivazione con cui hanno vinto:
"Per la complessità funzionale ed infrastrutturale che la soluzione progettuale proposta declina dettagliatamente”.
Complimenti quindi agli Architetti De Carlo & Masoero.
Fabriano, bellissima cittadina, ci tiene a valorizzare la sua architettura senza creare scempi.
Questo vorrà pur dire qualcosa.......
Postato il 08/08/07
Domanda e offerta
Di tanto in tanto qualcuno ritorna (sempre troppo pochi) sull'argomento Tuvixeddu.
La cosa non puo' che farmi piacere, è segno che un certo interesse persiste e, di questi tempi di oblio immediato è quasi una vittoria.
Le argomentazioni pero' mi lasciano interdetto: trattasi quasi sempre di persone che discutono arrogandosi il diritto di decidere PER gli altri e questo, scusate se lo dico, implica una totale mancanza sia di pensiero democratico sia di visione reale delle cose.
Rispondo a Cristina Ronzitti (almeno così si firma) che si pone la domanda del cosa se ne fanno i cagliaritani delle case costruite dalla Coimpresa (Cualbu) violando luoghi sacri dei nostri avi.
Sarebbe una bella riflessione se non fosse che da questa considerazione scaturiscono due fatti ben precisi:
Punto primo: dimostra di non avere la piu' pallida idea di dove sarebbero dovute essere costruite le case.
Punto secondo: mi sa tanto che non ha idea delle logiche di mercato.
Cerco di spiegarglielo io.
Per il punto uno (basta aver dato un'occhiata al progetto) Le faccio sapere che le case sono state progettate per essere costruite sul NULLA ARCHEOLOGICO, ossia ove sorgeranno (sarebbero dovute sorgere) non c'è assolutamente nulla che possa avere lontanamente una qualsiasi valenza archeologica. Solo pietre. Quello che eventualmente ci poteva essere stato un tempo è stato ampiamente depredato, scavato, tritato in periodi molto precedenti.
Per il punto secondo, Le faccio sapere che se Coimpresa ha deciso di costruire è evidente che c'è una richiesta di appartamenti quindi esiste una necessità di mercato che è creata dalla domanda (i cittadini che vogliono acquistare una casa) e non dall'offerta (Coimpresa che costruisce case). Trattasi di elementare rapporto tra domanda ed offerta.
Le dirò di piu': la domanda di alloggi è così alta che Coimpresa aveva gia' venduto piu' della metà degli appartamenti SULLA CARTA.
Inoltre (si vada a guardare il progetto) Coimpresa ha, in qualche modo, sponsorizzato i lavori nell'area archeologica vicina (dove esistono realmente delle vestigia) se non altro per la ragione che un'area archeologica valorizzata a ridosso dei suoi appartamenti ne avrebbe aumentato l'appetibilità (e conseguente valutazione).
Sono d'accordo che i costi d'acquisto di appartamenti a Cagliari siano (almeno per me, comune mortale) stratosferici ma questo, evidentemente, non frena la corsa agli acquisti di cagliaritani e quindi sin tanto che vi è una richiesta, vi sarà sempre un'offerta.
Su questo si metta pure l'anima in pace.
La realtà di Tuvixeddu è un'altra: è stato un ring dove si è svolto uno scontro tra poteri e dove la sacralità del luogo e le sue sopravissute vestigia non interessavano a nessuno. Erano soltanto un paravento.
Cordialità
SeuDeu
Postato il 07/08/07
La cosa non puo' che farmi piacere, è segno che un certo interesse persiste e, di questi tempi di oblio immediato è quasi una vittoria.
Le argomentazioni pero' mi lasciano interdetto: trattasi quasi sempre di persone che discutono arrogandosi il diritto di decidere PER gli altri e questo, scusate se lo dico, implica una totale mancanza sia di pensiero democratico sia di visione reale delle cose.
Rispondo a Cristina Ronzitti (almeno così si firma) che si pone la domanda del cosa se ne fanno i cagliaritani delle case costruite dalla Coimpresa (Cualbu) violando luoghi sacri dei nostri avi.
Sarebbe una bella riflessione se non fosse che da questa considerazione scaturiscono due fatti ben precisi:
Punto primo: dimostra di non avere la piu' pallida idea di dove sarebbero dovute essere costruite le case.
Punto secondo: mi sa tanto che non ha idea delle logiche di mercato.
Cerco di spiegarglielo io.
Per il punto uno (basta aver dato un'occhiata al progetto) Le faccio sapere che le case sono state progettate per essere costruite sul NULLA ARCHEOLOGICO, ossia ove sorgeranno (sarebbero dovute sorgere) non c'è assolutamente nulla che possa avere lontanamente una qualsiasi valenza archeologica. Solo pietre. Quello che eventualmente ci poteva essere stato un tempo è stato ampiamente depredato, scavato, tritato in periodi molto precedenti.
Per il punto secondo, Le faccio sapere che se Coimpresa ha deciso di costruire è evidente che c'è una richiesta di appartamenti quindi esiste una necessità di mercato che è creata dalla domanda (i cittadini che vogliono acquistare una casa) e non dall'offerta (Coimpresa che costruisce case). Trattasi di elementare rapporto tra domanda ed offerta.
Le dirò di piu': la domanda di alloggi è così alta che Coimpresa aveva gia' venduto piu' della metà degli appartamenti SULLA CARTA.
Inoltre (si vada a guardare il progetto) Coimpresa ha, in qualche modo, sponsorizzato i lavori nell'area archeologica vicina (dove esistono realmente delle vestigia) se non altro per la ragione che un'area archeologica valorizzata a ridosso dei suoi appartamenti ne avrebbe aumentato l'appetibilità (e conseguente valutazione).
Sono d'accordo che i costi d'acquisto di appartamenti a Cagliari siano (almeno per me, comune mortale) stratosferici ma questo, evidentemente, non frena la corsa agli acquisti di cagliaritani e quindi sin tanto che vi è una richiesta, vi sarà sempre un'offerta.
Su questo si metta pure l'anima in pace.
La realtà di Tuvixeddu è un'altra: è stato un ring dove si è svolto uno scontro tra poteri e dove la sacralità del luogo e le sue sopravissute vestigia non interessavano a nessuno. Erano soltanto un paravento.
Cordialità
SeuDeu
Postato il 07/08/07
Tuvixeddu ringrazia
Si, oramai è ufficiale: Maria Antonietta Mongiu dovrebbe ricoprire la carica di Assessore alla Cultura e (udite udite) all'Archeologia.
Volete sapere cosa stanno facendo i suoi (ex) oppositori nella vicenda di Tuvixeddu?
Tutti in fila con la mano tesa (e progetti in tasca).....
Il colle di Tuvixeddu si costituisce parte civile.
Postato il 20/07/07
Volete sapere cosa stanno facendo i suoi (ex) oppositori nella vicenda di Tuvixeddu?
Tutti in fila con la mano tesa (e progetti in tasca).....
Il colle di Tuvixeddu si costituisce parte civile.
Postato il 20/07/07
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